Marta
Marta Chergia nasce in Sardegna. Ancora piccolissima si trasferisce con la famiglia a Sassari.
La sua infanzia è scandita da continui spostamenti al seguito del padre, maresciallo della Finanza, che la portano a vivere in tante località dell’isola.
Sicuramente la più importante, e che influenzerà la sua scelta artistica, è la permanenza sull’isola dell’Asinara:
un luogo magico, un altrove dove realtà e mito si confondono — diventando ispirazione futura per i suoi racconti visivi e visionari.
La curiosità e l’interesse per l’arte emergono fin dai primi anni.
Dopo l’Istituto d’Arte, frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Roma, dove affina tecniche e sperimentazioni.
Lo stile inizialmente figurativo si concentra su volti e paesaggi, per poi evolversi verso forme più libere e impressioniste:
pennellate spesse, giochi di luce confusi, immagini metafisiche con simboli interiori, forme geometriche e sogni fluttuanti.
Occhi enigmatici, farfalle, gabbiani, onde marine:
la sua pittura è una fuga poetica dal conforme.
Le sue tele mostrano la ricerca di una perfezione formale — ma al tempo stesso lasciano trasparire un’inquietudine vibrante, un viaggio profondo nell’anima.
Tecniche preferite:
Pittura a olio su tela
Carbone e sanguigna su carta
Marta Chergia vive e lavora a Cabras.
— Sonia Spanu
Citazioni
“In qualsiasi tipo di pittura è proprio il disegno a rivelare la molla recondita che spinge il pittore a fare il suo racconto poetico.
Le deformazioni nell’arte, solo raramente corrispondono a interiori fatti poetici; quasi sempre provengono da un confuso fatto polemico contingente, associato a un disinteresse per l’essere umano.”
— Pietro Annigoni
“Annigoni è convinto che la lezione del disegno dei grandi maestri, di Dürer, di Rembrandt, di Leonardo, non si è mai esaurita.
Riprenderla significa approfondire la conoscenza e percepire meglio l’uomo e la realtà.”
— Giorgio Segato
— Marta Chergia